L’innalzamento del limite di potenza incentivabile da 500 kW a 1 MW comporta l’istituzione di un registro
Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha firmato il decreto interministeriale (Sviluppo economico, Ambiente e Politiche agricole) sul Conto energia termico, che va alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La firma è arrivata dopo che nei giorni scorsi la Conferenza Unificata ha dato il via libera alla bozza di decreto, approvazione condizionata però all’accoglimento di alcune modifiche.
Il decreto, ricorda un comunicato del Ministero dell’Ambiente, “attraverso un nuovo sistema di incentivazione consente di dare impulso alla produzione di energia rinnovabile termica ed interventi di efficienza energetica per la pubblica amministrazione. Il provvedimento, tappa essenziale per raggiungere e superare gli obiettivi ambientali europei al 2020 e della nuova direttiva sull’efficienza energetica, si propone il duplice scopo di dare impulso alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (biomassa, pompe di calore, pannelli scalda-acqua, condizionamento a energia solare) e di accelerare i progetti di riqualificazione energetica degli edifici”.
LE MODIFICHE DELLE REGIONI. Le modifiche proposte dalle Regioni, e recepite nel testo in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sono le seguenti:
– l’incremento della soglia di potenza dagli attuali 500 KWt a 1 MWt;
– la previsione per i soli fabbricati rurali della possibilità di incentivazione non solo nel caso di sostituzione, ma anche di installazione ex novo di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento con generatori di calore alimentati da biomassa con potenza termica fino a 1 MW;
– l’ammissione al beneficio delle sole aziende agricole che svolgono attività agroforestale, esclusivamente nelle aree non metanizzate, per la sostituzione di generatori di calore alimentati a gpl con generatori di calore alimentati a biomassa, ferma restando la possibilità per le Regioni di limitare l’applicazione della predetta fattispecie nel rispetto dell’art. 3 quinquies del decreto legislativo 152/2006;
– la possibilità di prevedere all’Allegato II, sezione 1.2 “Generatori di calore alimentati da biomassa ” che i certificati di manutenzione vengano inseriti nei Catasti informatizzati costituiti presso le Regioni anziché conservati in formato cartaceo per 5 anni.
DUE NOVITÀ IMPORTANTI. Oltre alle richieste delle Regioni, nel testo definitivo sono state introdotte due novità importanti: l’innalzamento del limite di potenza incentivabile da 500 kW a 1 MW comporta l’istituzione di un registro; l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta dovrà definire una apposita tariffa speciale per l’energia elettrica asservita alle pompe di calore.
CONTRIBUTO DEL 40%. Il conto energia termico si articolerà su un contributo del 40%, che verrà erogato in 2 anni (5 per gli interventi più onerosi), con una spesa complessiva di 700 milioni annuali per interventi dedicati alle famiglie e di 200 milioni per la Pubblica Amministrazione. Porre l’incentivo al 40% in due anni vuole essere d’aiuto per incrementare il pay-back sugli impianti. Si punta dunque a un ritorno di investimento molto rapido.
FAMIGLIE E PA: I DESTINATARI. Proprio le famiglie e la PA rappresentano un punto fortemente importante del Conto termico. Nel formulare il decreto, infatti, è stato privilegiato l’investimento su piccoli impianti, pensando in particolare alle famiglie e alla Pubblica Amministrazione e meno al settore industriale, con l’obiettivo di evitare intenti speculativi. Il decreto prevede l’incentivazione di piccoli interventi di efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (pompe di calore, scaldacqua, solare termico e generatori di calore a biomassa). L’accesso agli incentivi per le rinnovabili termiche verrà consentito ai soggetti pubblici, inclusi per la prima volta l’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), e privati.
INCENTIVI. Nel primo biennio di applicazione è previsto un costo complessivo massimo di 900 milioni di euro, dei quali 200 dedicati agli edifici pubblici e il restante fondo alle costruzioni private. Le risorse arriveranno dalla bolletta del gas, con un’addizionale del 2% e un impatto definito dai tecnici “minimale”. Per tutte le tecnologie ammesse a incentivo, il nuovo decreto stabilisce una serie di valori prestazionali minimi. In particolare, l’incentivo risulta commisurato all’energia rinnovabile prodotta e al risparmio energetico conseguito e sarà differenziato per taglie e zone climatiche. Per gli impianti a biomassa o a PdC fino a 35 kWt e solari termici fino a 50 mq, l’ammontare annuo dell’incentivo è costante, calcolato a forfait ed erogato per un biennio. Per quanto riguarda, invece, gli impianti di taglia maggiore, l’ammontare annuo dell’incentivo è costante, conteggiato a forfait ed erogato per un quinquennio. L’incentivo, erogato in rate annuali costanti, è pari ad una percentuale della spesa sostenuta per l’intervento.
INTERVENTI. Gli interventi potranno essere richiesti per edifici esistenti o unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale, nuovi edifici ultraefficienti (classe A), impianti termici per il condizionamento invernale e per la produzione di ACS (acqua calda sanitaria), elettrodomestici, motori e inverter. Per quanto riguarda le tipologie di tecnologie ammesse a incentivo, esse saranno suddivise per categoria, a partire dagli “impianti di piccole dimensioni”, tra cui figurano pompe di calore e scaldacqua a pompa di calore, con potenza nominale inferiore a 500 kW, e solare termico e solar cooling per superficie solare lorda inferiore ai 700 mq. Soggetti pubblici e privati potranno richiedere i nuovi incentivi per l’installazione di pompe di calore (elettriche, a gas ed anche geotermiche), solare termico e solar cooling e generatori di calore a biomassa, questi ultimi soltanto in caso di sostituzione di altri impianti a biomassa, gasolio o carbone. L’incentivo sarà erogato in cinque anni per tutte le operazioni di efficientamento e per gli interventi di produzione da rinnovabili termiche con potenza superiore a 35 kiloWatt, in due anni in caso di potenza uguale o inferiore ai 35 kiloWatt. Infine, gli incentivi potranno essere assegnati esclusivamente agli interventi che non accedono ad altri incentivi statali, fatto salvi i fondi di garanzia, i fondi di rotazione e i contributi in conto interesse.
LE NOVITA’ DEL NUOVO CONTO. Tra le principali novità introdotte dal nuovo Conto, l’accordo di incentivi a soggetti pubblici per procedere a piccoli interventi di efficienza energetica sovrapponibili a quelli del 55%. Tra questi l’isolamento termico di pareti, coperture, pavimenti, la sostituzione di finestre ed anche l’installazione di generatori di calore a condensazione. Il nuovo provvedimento, inoltre, intende incentivare l’installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento fissi o mobili, non trasportabili, in edifici esistenti e gli interventi di sostituzione (integrale o parziale) di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre con impianti utilizzanti generatori di calore a condensazione. Confermato il ruolo del GSE, come responsabile deputato alla gestione degli incentivi: il soggetto responsabile presenta domanda al GSE attraverso la scheda- domanda, resa disponibile dallo stesso GSE tramite portale internet, e documentando il tipo di immobile su cui si desidera intervenire, a partire dall’attestazione della certificazione energetica.
ESEMPIO DI INCENTIVO
Appartamento monofamiliare da 90 mq zona climatica di Roma
– Impianto con pompa di calore da 24 kWth, costo sostenuto di 6500 euro, incentivo spettante di 2772 euro in due anni
– Impianto solare termico da 4mq, costo sostenuto 3600 euro, incentivo 1360 euro in due anni
– Stufa a pellet da 22kWt, 4000 euro di investimento, 1392 euro di incentivo in due anni
fonte: Casa e Clima